Tipperary

Bicchiere : Coppetta Nick & Nora

Metodo : Stir & Strain

Decorazione : Scorzetta d’Arancia

Ingredienti :

  • 60 ml di Jameson Black Barrel Irish Whiskey
  • 30 ml di Vermouth Dolce
  • 15 ml di Chartreuse Verde

Preparazione :

Assicuratevi che il mixing glass sia già freddo, e versate Jameson Black Barrel, il vermouth rosso e lo Chartreuse verde.
Aggiungete il ghiaccio all’interno del mixing glass superando di poco il liquido in modo da poter raffreddare e nello stesso tempo dare solo la diluizione necessaria al cocktail.
Mescolate con un bar spoon per 15-20 secondi a seconda del ghiaccio utilizzato (dovrebbe essere pronto nel momento in cui il ghiaccio iniziando a sciogliersi è al livello del liquido).
Aggiungete ancora del ghiaccio per arrestare la diluizione e tenere il drink freddo e con uno strainer, versate il cocktail in una coppetta Nick & Nora ghiacciata.
Tagliate una scorzetta d’arancia ed esprimete gli oli essenziali sulla superficie del cocktail.
Normalmente lo zest andrebbe scartato dopo averlo strizzato sul bordo del bicchiere per servire il drink “no-garnish“, ma a seconda delle preferenze si può utilizzare la scorzetta anche per decorare.

Note sugli ingredienti :

Il Tipperary è il cocktail da consigliare a chi preferisce il sapore dell’Irish Whiskey e per concludere la serata, cerca un drink sullo stile del Manhattan, leggermente più dolce e con uno spiccato profilo erbaceo.

A dire il vero questo drink nella versione più classica è decisamente più simile ad un Bijou cocktail, con cui condivide le proporzioni e due ingredienti.
Il Whiskey Irlandese dona al cocktail un carattere rotondo e corposo, e trova un richiamo morbido nelle note del Vermouth rosso di Torino. Il vermouth italiano, a differenza di quello francese più tenue nel sapore, lavora bene nel drink senza lasciar eclissare il proprio sapore dagli altri ingredienti, si consigliano vermouth dal profilo ricco di vaniglia in grado di richiamare i sentori del legno in cui invecchia lo spirito irlandese.
Lo Chartreuse bilancia il drink con sentori secchi ed erbacei, ma va dosato con attenzione perchè con 55% ABV rafforza notevolemente il tenore alcolico del drink.
Gli oli dello zest d’arancia che arrivano forti al naso, arricchiscono il primo sorso con un sentore dolciastro e agrumato.

La scelta dell’Irish Whiskey è fondamentale per dare al Tipperary ricchezza e complessità di aroma. Per la preparazione di questo cocktail, abbiamo utilizzato Jameson Black Barrel che, pur mantenendo la sua morbidezza grazie alla tripla distillazione in alambicchi di rame (pot still) e all’utilizzo di orzo maltato, non maltato e frumento, dà al cocktail una sensazione corposa al palato ed un sapore intenso e complesso di legno tostato, caramello, spezie e vaniglia, dovuto ad un ulteriore invecchiamento fino a 12 anni con una finitura in botti di bourbon tostate per ben due volte.

La Storia :

Il Tipperary è tra i pochi noti cocktail classici preparati con Irish Whiskey e prende il nome da un paesino dell’Irlanda noto grazie alla canzone “It’s a long, long way to Tipperary”, diHarry Williams e Jack Judge, due compositori con origini irlandesi, cantata durante la Prima Guerra Mondiale dal reggimento irlandese dei Connaught Rangers, e divenuta poi la canzone più popolare tra i soldati britannici impegnati al fronte.

Secondo la leggenda, questo cocktail trae il proprio nome dalla vicenda di un cliente che entrò in un bar ed ordinò un drink e canticchiando la canzone.
Ufficialmente, il Tipperary apparve per la prima volta, con ingredienti bilanciati in parti uguali, nel libro di Hugo R. Ensslin del 1916 “Recipes for Mixed Drinks”.

1916, H. Ennslin : “Recipes fo Mixed Drinks”

Nel 1922 anche MacElhone e Vermiere nei loro manuali annoverarono un cocktail chiamato Tipperary, ma la ricetta era a base di gin e ben diversa. Effettivamente ancora oggi l’omonimia causa confusione e diverse fonti “distratte” attribuiscono a Harry MacElhone la ricetta.

in alto a Sinistra “Abc of Mixing Cocktails” H. MacElhone , a destra “Cocktails, how to mix them”. R. Vermiere

Nel 1930 il Tipperary fu incluso da Harry Craddock nel suo “The Savoy Cocktail Book” con lo stesso bilanciamento originale in parti uguali. Nel libro è presente anche l’altra ricetta chiamata, a scanso di equivoci, Tipperary n°2 che come già detto, non aveva nessun legame con il cocktail a base di Irish whiskey e faceva riferimento alla ricetta del 1922 riportata dall”ABC of Mixing Cocktails”, ripresa poi nel ’27 dall’italiano P. Grandi nel libro scritto in lingua francese “Cocktails”.

1930, H. Craddock : “The Savoy Cocktail Book”

Nel libro del 1931 “Old Waldorf Astoria Bar Days” di Albert Stevens Crockett troviamo poi una terza versione del Tipperary, che tra tutte è la meno nota, a base di Sloe Gin, Vermouth francese e succo di limone. L’autore cerca di appropriarsi del nome e del cocktail stesso, scrivendo che fu inventato da lui ispirandosi al nome dell’omonima contea di Tipperary molto prima dell’ascolto della canzone di guerra.

Oggi la formula originale potrebbe risultare sbilanciata verso il dolce ed infatti generalmente l’evoluzione della ricetta ha portato i baristi ad aumentare la quantità di whiskey, riducendo il vermut e il liquore.
Gary “Gaz” Regan ha traghettato il Tipperary nel Ventunesimo secolo con un suo adattamento alla ricetta, utilizzando 15 ml di Chartreuse Verde, ma solo come “wash” per bagnare le pareti del bicchiere e poi scartare il liquore. In questo modo ha reso il drink meno dolce lasciando solo un sentore dell’erbaceo del liquore e una leggera sfumatura color smeraldo nel cocktail.

Ovviamente trattandosi di Irish whiskey non potevamo non chiedere il parere di Jillian Vose, beverage director del Dead Rabbit di New York City, che ha amichevolmente condiviso con noi la loro ricetta, puntando l’accento su un Single Pot Whiskey.
Jillian Vose, beverage director del Dead Rabbit di New York City
Tipperary Ricetta del Dead Rabbit N.Y.C: 
  • 3 Dashes Angostura Bitters
  • 3 Dashes Orange Bitters
  • 3 Dashes Vieux Pontarlier Absinthe 
  • 15 ml di Chartreuse Verde
  • 45 ml di Blend di Vermouth Dolce (Punt e Mes / Martini & Rossi Rosso)
  • 45 ml Powers Three Swallow single pot still Irish whiskey
  • Oli di uno zest d’arancia 
Sláinte !
Si ringraziano per il gentile contributo e supporto:
– Vincenzo Iencharelli de L’Antiquario Napoli
– Jameson Irish Whiskey
e Pernod Ricard
e
– Jillian Vose
per l’amichevole concessione della ricetta del Dead Rabbit
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