Bicchiere : Coppetta
Metodo : Stir & Strain
Decorazione : Zest d’Arancia e Ciliegina (opzionale)
Ingredienti :
- 45 ml di Rum giovane cubano
- 45 ml di Vermouth bianco di Chambery
- 10 ml di Orange Curacao
- 5 ml di Granatina
Preparazione :
Versate gli ingredienti in un mixing glass con ghiaccio e con un barspoon mescolate, a seconda del ghiaccio, per 15-20 secondi, per raffreddare e diluire il cocktail.
Filtrate con uno strainer, trattenendo il ghiaccio e versate in una coppetta da cocktail appena presa dal freezer.
Tagliate uno zest da una buccia d’arancia, esprimete gli oli essenziali della scorzetta sulla superficie del drink e lasciate la buccia sul bordo del bicchiere per decorare.
Note sugli ingredienti :
Questo è un cocktail elegante, dal sapore ricco e morbido, che riunisce in un armonioso equilibrio un rum cubano di corpo che abbia fatto solo pochi anni di botte, i sapori di sambuco e vaniglia del vermouth de Chambéry, l’arancia amara del Curaçao e la nota fruttata della granatina.
El Presidente è oggetto di diverse interpretazioni, non è raro trovare questo cocktail nella formula del Manhattan, con solo 20 ml di vermouth, che ne fa un drink più secco, ma abbiamo scelto di presentare la ricetta nella sua forma più tradizionale, con parti uguali di rum e vermouth che danno struttura al sapore e definiscono il sofisticato profilo aromatico del drink.
Rum giovani o carta oro sono i più riportati dai ricettari, lo stile del rum cubano è cambiato nettamente dagli inizi del secolo scorso, attualmente, per la forza e la complessità di aroma con richiami di frutta bianca, melassa e rovere, un Havana 3 è forse il rum cubano più indicato nella preparazione di un El Presidente, ma non sarebbe la prima volta se un rum con più anni di botte venisse utilizzato in questo drink.
Pur restando dell’idea che una ricetta cubana vada preparata con un rum cubano, è vero che l’evoluzione del metodo di distillazione sull’isola ha affinato il distillato perdendo la parte più “grezza” dello spirito, a questo proposito si potrebbe provare a sostituire il classico cubano con un Veritas, il blend che porta i caratteri degli alambicchi Coffey di Barbados e Pot still della Jamaica, in un rum caldo e ricco, ma decisamente versatile in miscelazione.
Uno degli aspetti più importanti di questa ricetta, forse caratterizzante quanto la scelta del rum, è il tipo di vermouth utilizzato. Molte ricette del Presidente riportano semplicemente “vermouth francese“, che quasi sempre è sinonimo di Dry.
Ma per ottenere il migliore risultato da questo cocktail, invece è indispensabile utilizzare uno specifico vermouth francese, un blanc de Chambèry, uno stile di vermouth dal profilo semi-sec, diverso dal tradizionale bianco dolce, che manco a dirlo, ha una particolare affinità in miscelazione con il rum.
Dolin e Comoz sono le due etichette che meglio incarnano lo stile amaro-dolce del blanc de Chambèry, le chiare note di fiori di sambuco e vaniglia di questi vermouth danno una leggerezza che non copre i sapori nel cocktail, ma li esalta.
La mancanza di vermuth delle Alpi ha portato alla sostituzione con vermouth dry, ma il drink perde di corpo e persistenza, lasciando il bevitore con l’impressione che manchi qualcosa alla bevuta. In mancanza di un blanc de Chambèry, la soluzione potrebbe essere utilizzare 30 ml di dry e 15 ml di vermouth bianco dolce.
Insieme alla granatina, il curaçao lega il rum ed il vermouth, dà freschezza al palato e la parte dry del liquore porta una piacevole nota amara in grado di ravvivare con eleganza il cocktail.
La Storia :
El Presidente è il classico esempio di come la tradizione della miscelazione cubana abbia dato vita a cocktail eleganti e dal sapore strutturato, andando ben oltre la semplice formula che aggiunge al rum zucchero e lime.
La ricetta fu creata all’Havana nel primo decennio del ‘900 in onore del Presidente Mario García Menocal. Lo storico francese Fernando Castellon ha ritrovato la prima traccia storica in un libro della biblioteca nazionale cubana, il Manual del Cantinero di John B. Escalante, che è stato il primo ricettario di cocktail cubano, pubblicato nel 1915.
Agli inizi del Novecento enormi quantità di Daiquiri venivano miscelati e serviti ai turisti americani, che specialemente durante il probizionismo affollavano i bar de l’Havana. Ma, come David Wondrich sottolinea in Imbibe!, i cubani preferivano bere altro.
Dietro al bancone del La Florida, Costantino Ribalaigua con El Presidente diede la risposta cubana al Manhattan, un cocktail aromatico e a tratti dolci, che meglio incontrava i gusti dei clienti di quel bar non lontano dal Parque Central dell’Havana.
La popolarità del drink alla fine degli anni ’10 fu supportata da un articolo del 1919 pubblicato sul “New York Evening Standard” che lo definì come il drink preferito dai cubani.
Tuttavia la ricetta di Costante era diversa da quella riportata nel manuale di Escalante, prevedeva rum e vermouth in parti uguali e non aveva bitters o granatina.
Spesso la fama ed erroneamente la paternità del drink sono accreditate ad Eddie Woelke, un americano veterano del bar, che nel 1919 si trasferì a Cuba durante il proibizionismo, per gestire il bar dell’elegante Sevilla Biltmore Hotel. In realtà Woelke si era appena trasferito all’Havana quando la ricetta de El Presidente iniziò ad essere menzionata da giornalisti e reporter, ma senza dubbio la ricetta venne resa ancora più popolare dal barista americano.
Ad onor del vero, Woelke non reclamò mai la paternità del drink, e a riprova di questo nel suo libro del 1936 Barman’s Mentor si trovano due versioni del presidente, una sbagliata e una giusta, come racconta Wondrich .
Tra le diverse versioni del cocktail degli anni ’20 e ’30, la ricetta del 1924 Manuel del Cantinero di León Pujol e Oscar Muñiz, fu la prima a specificare esattamente quale tipo di vermouth francese utilizzare. In quegli anni Dolin e Comoz, ovvero gli inventori dello stile di vermouth de Chambéry, erano entrambi esportatori a Cuba, questo rese possibile la disponibilità del prodotto sull’isola e quindi l’utilizzo nella ricetta del Presidente. Nel 1928 la connotazione del vermouth de Chambery fu riportata nel manuale ufficiale dell’associazione cantineros cubani e chiaramente dallo stesso Constante Ribalaigua.
Il successo del cocktail non finì con il mandato di Menocal, anzi il cocktail attirò subito l’attenzione del nuovo presidente Machado che fece sua la ricetta, offrendola in una cena di stato dove era presente Calvin Coolidge, l’allora presidente americano durante il Proibizionismo (le cronache di allora riportano che Coolidge si astenne dal bere).
Basil Woon lo scrittore e corrispondente dall’isola regina dei Caraibi, nel suo libro del 1928 “When it’s cocktail time in cuba” definì El Presidente come “l’aristocratico dei cocktail ed il preferito dalla alta classe cubana”
Nel 1937 Ribalaiugua rivendicò la paternità del cocktail in un articolo di Jack Cuddy della United Press scritto mentre soggiornava all’Havana. Costante andava fiero di quell’articolo e decise di ripubblicarlo nelle prime pagine del ricettario del Floridita.
El Presidente è uno dei cocktail classici cubani più conosciuti che ha avuto grande successo nello splendore della cuba degli anni ’30, lo Sloppy Joe’s era uno dei bar più famosi de l’Havana. Nel Getleman’s companion C.H. Baker scrive “che El Presidente è il drink speciale dello Sloppy Joe, con l’aggiunta di un po’ di lime “.
Effettivamente la ricetta de El Presidente ebbe gran successo allo Sloppy Joe’s, nelle pubblicazioni degli anni Trenta, alla ricetta classica si è affiancata la versione con aggiunta di succo di lime e preparata nello shaker, che inizialmente prese il nome di American President e nelle versioni successive del menu fu chiamata Sloppy Joe’s Special.
La ricetta con granatina e orange curaçao è stata riportata anche nel “The Fine Art of Mixing Drinks” del 1948, nelle pagine dedicate al Daiquiri, Embury spiega che “se il vermouth è usato al posto del lime insieme alla granatina, il cocktai prende il nome di El Presidente”, in un capitolo successivo continua dicendo che El Presidente è il migliore cocktail aromatico a base di rum e consiglia una etichetta oro che lega meglio con il vermouth. In fine aggiunge che a questa ricetta si possono aggiungere 1 o 2 dashes di curacao.
Dopo gli anni “asciutti” del Proibizionismo, l’industria del bartending americana aveva bisogno di ripartire, chi si cimentava con i classici trovò ricette come El Presidente che elencavano lo stile del vermouth come “francese” o “Chambéry”, la confusione tra i prodotti diede vita a ricette diverse e non sempre fortunate, di conseguenza, El Presidente ha seguito la sorte di molti classici americani antecedenti al Volsted Act, venendo relegato ad una timida versione cubana del Manhattan.
Per fortuna il recente revival dei cocktail classici ha riportato El Presidente nella sua posizione aristocratica, dove tanto le proporzioni tra gli ingredienti quanto la provenienza del vermouth sono la chiave di interpretazione del cocktail.