Sidecar

sidecar cocktail

Bicchiere: Coppa Maria Antonietta

Metodo: Shake & Strain

Decorazione: Scorzetta di arancia e bordaturadi zucchero (opzionale)

Ingredienti:

50 ml di Cognac VSOP
30 ml di Triplesec
20 ml di succo fresco di limone


Preparazione:

Come prima cosa prepariamo la bordatura di zucchero: iniziamo bagnando il bordo del bicchiere con del succo di limone, e poi cospargiamo il bordo con dello zucchero bianco. Il modo più comune per far aderire lo zucchero al bordo del bicchiere è quello di appoggiare il bordo della coppetta in un piattino con dello zucchero, personalmente preferisco invece spolverare dall’alto (magari con un contenitore posto sotto per evitare sprechi) utilizzando uno spargizucchero e tenendo il bicchiere inclinato per coprire il bordo e parte del lato.

Il sidecar si prepara versando tutti gli ingredienti nello shaker e agitando per circa 8 secondi. Una shakerata troppo lunga potrebbe dare troppa diluizione al cocktail a discapito del sapore e della texture.

Per finire, con uno strainer, si versa il cocktail nella coppetta precedentemente preparata e raffreddata.
Si decora con un peel di scorza di arancia.

Note sugli ingredienti:

La ricetta del Sidecar non è stata sempre la stessa, nel tempo ha subito evoluzioni passando da proporzioni uguali tra gli ingredienti, che davano un sapore più corposo e dolce, a proporzioni più abbondanti di distillato proprio come si fa per un daiquiri. Questa versione rende il cocktail più secco e rinfrescante ma rischia di togliere corpo al drink, se gli ingredienti non sono bene bilanciati.
Il Corpo ed il sapore del cocktail ugualmente dipendono anche dagli ingredienti che si utilizzano.
Ho specificato nella ricetta di usare un Cognac VSOP (Very Superior Old Pale) perchè i 4 anni di botte conferiscono carattere e morbidezza al prodotto, a differenza di un VS (Very Special) che con i suoi 2 anni potrebbe essere troppo giovane e non dare il meglio in miscelazione (tuttavia vale la pena di assaggiare i prodotti prima di utilizzarli, quello che può essere vero per un’etichetta potrebbe essere diverso per un’altra).
Anche la scelta del liquore all’arancia, usato come parte dolce al posto dello zucchero, cambia il sapore del drink. Un triplesec o un Cointreau danno una nota di arancia ma lasciano al Sidecar un profilo “dry”. Un Orange curaçao porta forti note agrumate e un sapore leggermente pungente ed esotico. Diversamente un brandy all’arancia più vellutato come il Grand Marnier potrebbe sbilanciare il drink verso il dolce, e quindi sarebbe il caso di ridurne la dose utilizzata.
In effetti l’utilizzo di un liquore troppo secco pur esaltando il sapore ricco del cognac potrebbe far sembrare il cocktail poco strutturato, in questo caso per amplificare il sapore del drink e renderlo più armonioso si può aggiungere un barspoon di sciroppo di zucchero 1:1 .

Molte ricette moderne del Sidecar omettono volontariamente la bordatura di zucchero. Al contrario, trovo che il crusta, proprio come nel margarita non debba mai mancare e non solo per una questione di decorazione ed appeal sul cliente. Lo zucchero sul bordo del bicchiere ha la funzione di bilanciare un Sidecar (soprattutto quando non è fatto con l’aggiunta del barspoon di sciroppo di zucchero).

La Storia:

Con le ricette di inizio Novecento spesso capita di trovare confusione sulla origine dei cocktails, e soprattutto quando c’è il New York Cocktail Bar di Parigi di mezzo aspettatevi di trovare un barman inglese o americano pronto a dire di aver creato la stessa ricetta (vedi anche la storia del Bloody Mary).

Per quanto la paternità del drink sia contesa tra due barman molto in vista all’inizio del ‘900, Harry McElhone e Patrick MacGarry, va ricordato che il Sidecar (insieme al Margarita) trova ispirazione nella più vecchia ricetta del brandy crusta che veniva preparata a New Orleans agli inizi del 19° secolo.

Il Manuale di Harry McElhone (ed.1926)




La confusione sulle origini del drink nasce dal fatto che lo stesso McElhone nelle prime edizioni del suo manuale attribuì il cocktail a Pat MacGarry, mentre nelle edizioni successive invece scrisse che la creazione del sidecar era stata opera sua.





Ma proviamo a fare chiarezza sulla evoluzione di questa ricetta con delle date precise e con le diverse maniere in cui le proporzioni tra gli ingredienti venivano cambiate.

La ricetta del libro di McElhone e l’attibuizione della paternità a MacGarry

I primi manuali a riportare questa ricetta furono l’Harry’s ABC of cocktails di Harry McElhone del 1919 e Cocktails : How to Mix Them di Robert Vermier, del 1922. Entrambi questi libri riportavano la ricetta con parti uguali tra cognac, liquore all’arancia, e succo di limone.

Il racconto di MacElhone parla di un capitano americano d’istanza a Parigi durante la Prima Guerra Mondiale che arrivò con la storica motocicletta con passeggero al lato per fare visita ad un barman dell’Harry’s bar e bere il solito drink.

Come riportano Miller e Brownnel loro libro, solo nel 1923 Patrick MacGarry, il celebre barman londinese del Buck’s Club, presentò il Sidecar. Ad onor del vero già Vermier scrisse che il successo del drink lo si doveva al barman londinese.

In Inghilterra il drink fece il giro dei bar ma subì qualche variazione. La ricetta riportata nel Savoy Cocktail Book del 1930, prevedeva 2 parti di brandy, 1 di Cointreau e 1 di succo di limone. Questo modo di miscelare il sidecar in “maniera più dry” ha dato origine a due stili diversi di preparare il cocktail che vengono chiamati la scuola inglese, secondo cui il drink è più secco e leggermente sblianciato verso il sapore citrico e la scuola francese che miscelando invece gli ingredienti in parti uguali rendeva il drink più dolce.

dal : “The Artistry of Mixing Drinks 1936”

Anche Frank Meier che all’epoca lavorava al bar del Hotel Ritz di Parigi diede lustro alla ricetta, ancora oggi al bar dell’hotel sono soliti preparare sidecar e chi vuole affrontare la costosa spesa può anche ordinare un sidecar fatto con un cognac vintage, infatti il bar è famosao per la collezione di cognac pre-fillossera.
La ricetta del “The Artistry of Mixing Drinks” del 1936 di Frank Meier prevedeva 1 parte di spirito, mezza di liquore e mezza di succo di limone.

Nel 1948 il Sidecar è stato inserito da Embury nei 6 cocktails elementari alla base della miscelazione, nel suo libro ” The Fine Art of Mixing Drinks“, e riferendosi alla ricetta miscelata in parti uguali, disse che il sidecar era “il classico esempio di un magnifico drink riuscito male”.
Secondo Embury, fu inventato da un suo amico a Parigi durante la Prima Guerra Mondiale, e battezzato come la moto di un capitano dell’esercito che era un cliente abituale del bistrot. Nonostante non specifichi il nome del bar o del bartender, molti danno per scontato che si tratti dell’Harry’s New York Bar.
Inizialmente racconta Embury il drink aveva sei o sette ingredienti, al posto dei tre canonici che conosciamo e ci tiene a precisare che le ricette che riportano parti uguai per gli ingredienti (vedi il manuale dei cantineros del 1930) possono andare bene per drink consumati a metà pomeriggio, ma di sicuro non possono essere consigliate per l’aperitivo perchè il drink risulterebbe stucchevole.
Facendo una similitudine con il daiquiri Il consiglio di Embury per un buon Sidecar è di miscelare “8 parti di cognac, 2 parti di succo di limone, e 1 parte di Cointreau”.
Queste proporzioni davano vita ad un drink decisamente secco, acido e poco strutturato. Nel corso degli anni la ricetta ha avuto non poche personalizzazioni, soprattutto dovute al tipo di liquore all’arancia utilizzato e all’aggiunta o meno di zucchero, fino a quando non è stata codificata dalla International Bartenders Association.

Nel 1961 il drink è entrato nella lista dei cocktail IBA e a tutt’oggi è presente nella lista internazionale dei cocktails.

error: Questi contenuti sono protetti da copyright ©. Usa la pagina Contatti per chiederci una collaborazione, saremo lieti di partecipare ☻