Gypsy Queen

Bicchiere : Nick & Nora

Metodo : Stir and Strain

Decorazione : Zest di Arancia

Ingredienti :

  • 60 ml di Vodka elit
  • 30 ml di Benedictine
  • 1 dash di Aromatic Bitters

Preparazione :

Versare l’aromatic bitters, il Dom Benedictine e la vodka in un mixing glass, quindi aggiungere il ghiaccio. Cubetti regolari andranno bene, ma è consigliabile utilizzare due o tre pezzi di ghiaccio cristallino rotti da un grosso chunk.
Mescolare con un barspoon per raffreddare, facendo attenzione a tenere sotto controllo la diluizione, se usiamo pezzi di ghiaccio più grandi possiamo prolungare la stirrata di qualche giro. Appena finito di mescolare, aggiungere altro ghiaccio nel mixing glass per bloccare la diluizione e quindi con uno strainer filtrare in una coppetta da cocktail ben fredda.
Esprimere gli oli di una scorza d’arancia sulla superficie del cocktail e decorare appoggiando lo zest sul bordo del bicchiere.

Note sugli ingredienti :

Il Gypsy Queen è un cocktail dal meraviglioso colore dorato con nuances che ricordano il miele. Il deciso tenore alcolico del cocktail viene smussato da un’anima tendenzialmente rotonda ma con spiccati rimandi a erbe e spezie, è un drink pefetto da sorseggiare in un dopocena o per concedersi il night cap della buona notte.

Gyspy Queen elit vodka per Cocktail Reporter

Questa ricetta offre un interessante punto di vista sull’utilizzo della Vodka in un’ottica da “craft cocktail“. L’unione delle note dolci e fragranti del Bénédictine con il sapore speziato dell’aromatic bitters completano il corpo del distillato. Di riflesso, l’utilizzo di una vodka premium dal gusto chiaro e pulito offre versatilità e riesce ad esaltare i sapori audaci del Benedictine senza mascherarli, in particolare conferisce spina dorsale al drink e stempera la densa dolcezza del liquore facendo arrivare al palato un cocktail equilibrato dal sapore fresco e pungente con un buquet di note erbacee e spezie calde che completano il drink.

Stoli elit è prodotta a Riga in Lettonia nella storica distilleria Lavijas Balzam, a partire da grano single source macinato e mescolato a pura acqua di pozzo artesiano. Dopo la distillazione elit viene sottoposta a un processo di filtrazione gelata brevettato, che riecheggia l’antica tradizione di mettere gli alcolici appena distillati in botti di legno lasciate all’aperto nel rigido freddo invernale.
Passando attraverso filtri a -18 gradi e su piastre caricate di ioni, la vodka perde le molecole più pesanti e raggiunge una migliore purezza.

Dom Benedictine si presta alla perfezione in questa ricetta, pur presentando sfumature delle botaniche che lo compongono, il liquore resta ben bilanciato tra il sapore dolce e quello delle spezie calde senza risultare erbaceo e vegetale, cioè senza rischiare, insieme al sapore del bitters, di appesantire rovinosamente il cocktail con un sapore “medicinale”.

La formula vodka, liquore alle erbe e bitters può aprire la strada all’utilizzo di svariate etichette di liquori alle erbe, sia francesi che italiani che risultano allo stesso tempo dolci ma dal sapore forte, mi verrebbe da suggerire, per esempio, Chartreuse Jaune oppure un ahimè poco raccontato liquore Strega. Tutto sommato però lascerei la sostituzione del liquore al confine di un ottimo “twist on classic“, preferendo invece una scelta fedele alla ricetta originale con Dom Benedictine.

La Storia :

Nell’America di inizio Novecento il termine “Gypsy” poteva romanticamente identificare la provenienza dai paesi dell’Est europeo. Il regale appellativo di Regina degli Zingari si è riferito al nome di cavalli da corsa, imbarcazioni, aerei, ad un film muto e non ultimo alla ricetta del drink con Vodka.

Il più giovane degli spiriti europei e l’ultimo ad essere esportato negli Stati Uniti, iniziò ad essere utilizzato per le prime volte nell’epoca post-proibizionista, ovvero nel momento in cui famosi baristi americani di ritorno dal vecchio continente portarono a casa pratiche e ingredienti che avevano imparato ad usare in Europa.

A metà degli anni Trenta l’editorialista Oscar Odd McIntyre, il giornalista che meglio seppe raccontare New York al resto d’America, scriveva che nella Grande Mela il giovane spirito cristallino aveva suscitato l’interesse dei bevitori esperti più curiosi, la vodka godeva di un’aria di esclusività tra la clientela della upper class newyorkese che sorseggiava lo spirito “esotico” in locali esclusivi come il St. Regis o la Russian Tea Room.
Come è noto, gli sviluppi della Seconda Guerra Mondiale e una forte ondata di patriottismo non consentirono alla vodka di consolidare il proprio successo negli Stati Uniti, se non dopo gli anni Cinquanta, ma risalgono a questo periodo le prime tracce di ricette a base di vodka come il Gypsy Queen (a volte semplicemente Gypsy).

Gyspy Queen Cocktail, Vodka Distilled di Tony Abou Ganim

L’iconica Russian Tea Room, l’esclusivo ristorante fondato nel 1927 da un gruppo di ex membri del Russian Imperial Ballet ancora oggi serve piatti e cocktails nel cuore di Manhattan, è un appuntamento fisso per i personaggi di Broadway e l’élite di New York. Sembra che il Gypsy Queen risalga al 1935, ma una traccia della ricetta scritta del cocktail è apparsa la prima volta nel 1938 in un opuscolo pubblicato dal ristorante newyorkese che offre specialità dell’est europeo e russe.

“Piatti Russi e di cosa sono fatti”, Un particolare della pubblicazione del Russian Tea Room del 1938

La pubblicazione della Russian Tea Room ha consacrato il Gypsy Queen come la ricetta del primo cocktail americano a base di Vodka. In realtà, solo il nome di questo drink fu già inserito nel 1937 da W. J. Tarling nel Cafè Royal Cocktail Book, che è uno dei ricettari inglesi più autorevoli di quei tempi. Purtroppo l’autore inserì il Gypsy Queen nell’elenco dei cocktail che per motivi di spazio ebbero solo menzione nel libro ma la cui ricetta doveva essere richiesta per posta al costo di uno scellino. Dunque non ci è dato sapere se la ricetta di Tarling si fosse riferita proprio allo stesso cocktail.

1937 W. J. Tarling: Cafè Royal Cocktail Book

Anche David Embury nel 1948 ha dedicato una pagina del “The Fine Art of Mixing Drinks“, dove elenca il cocktail con entrambi i nomi.

D. Embury, 1948 : The Fine Art of Mixing Drinks

La cosa che salta all’occhio è che non solo la ricetta prevede l’utilizzo dello shaker, ma Embury sottolinea come questo drink abbia un profilo piuttosto dolce e suggerisce di modificare la ricetta originale cambiando il rapporto tra vodka e liquore fino a 6 a 1 per andare incontro ai palati più asciutti degli anni ’50.

David Wondrich nel suo libro “Esquire” del 2003 è andato a fondo nella ricerca delle origini di questo cocktail, portando avanti la tesi che il Gypsy conosciuto anche come il Vodka Queen era un signature della Russian Tea Room sin dal 1935.
In realtà la considerazione più interessante fatta da Wondrich, non si riferisce alle origini del drink quanto invece alla qualità della vodka usata e di conseguenza alla ratio tra spirito e liquore dolce. Negli anni in cui venne creata la ricetta, la vodka era spigolosa e pungente (usando le parole dello storico del cocktail) oserei dire quasi alla stregua degli odierni distillati di agave più artigianali, motivo per cui il profilo del cocktail risultava meglio equilibrato senza dover ridurre le dosi di Benedictine come suggerito da Embury.

David Wondrich, 2003 : “Esquire” , foto dalla libreria privata di Vincenzo Errico

Nell’era dei craft cocktail del nuovo millennio, si deve avere una buona vodka e una ricetta con una storia interessante per catturare l’attenzione di chi con un Fedora sulla testa va in cerca di cocktail dal tipico stile Hipster. In realtà, volendo abbandonare il più classico luogo comune che mette gin e whiskey sotto i riflettori del trend dei cocktail artigianali, andrebbe ricordato che la vodka era il distillato esclusivo che affascinava i bevitori più all’avanguardia negli anni che vanno dalla fine del Proibizionismo alla Seconda Guerra Mondiale. Il Gypsy Queen oggi sembra la ricetta ideale per chi beve vodka ed ha una viva adorazione dell’estetica Art Deco e una evidente nostalgia degli anni ’30.

ukrain peace

Questo articolo nasce dalla nostra ferma volontà di prendere una posizione contro gli accadimenti della guerra in Ukraina. Abbiamo trovato ispirazione nella Russian Tea Room che pur raccontando la bellezza della propria cultura, sin dalle sue origini si è schierata contro la dittatura comunista. Proprio come i fondatori del ristorante, esuli russi mandati via dalla rivoluzione, si sono opposti all’unione sovietica di Stalin, la Russian Tea Room ha mostrato solidarietà al popolo ucraino.

Stoli Group denuncia l’aggressione russa e condivide la storia dell’opposizione. Il marchio che ha sede a Riga in Lettonia, ha una lunga storia di lotta al regime russo. “Condanniamo inequivocabilmente l’azione militare in Ucraina e sosteniamo il popolo ucraino”…“Per decenni Stoli® Group ha resistito al regime di Putin. Ora stiamo con tutti gli ucraini e i russi che chiedono la pace”, ha detto Damian McKinney, Global CEO. Stoli® Group sostiene l’Ucraina attraverso donazioni a World Central Kitchen (WCK), un’organizzazione senza scopo di lucro che è la prima in prima linea, fornendo pasti in risposta alle crisi.

elit per ROKiT Venturi Racing


Vodka elit è sponsor ufficiale del team del campionato di Formula E Venturi Rockit Racing, ringraziamo per la calorosa ospitalità durante il Gran Premio di Roma.

Damian McKinney, CEO del Gruppo Stoli con Lucas Di Grassi pilota ROKiT Venturi Racing, Edoardo Mortara pilota ROKiT Venturi Racing ee Jerome d’Ambrosio Team Principal ROKiT Venturi Racing
L’auto Venturi Rockit con sponsor Elit Vodka di Stoli al GP di formula E a Roma.

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