Godmother

bicchiere tondo con ghiaccio gristallino e un cocktail con vodka e amaretto, sullo sfondo un jigger e una bottiglia di disaronno

Bicchiere : Old fashioned

Metodo : Stir & Strain

Decorazione : Zest di arancia e ciliegina da cocktail Fabbri

Ingredienti :

  • 60 ml di Vodka
  • 20 ml di Amaretto

Preparazione :

Unite gli ingredienti in un mixing glass, ricordando di aggiungere ghiaccio in modo tale da coprire quasi interamente i cubetti con la parte liquida. Mescolate con un barspoon per raffreddare e diluire il cocktail, per circa 15-20 secondi a seconda del ghiaccio utilizzato.
Con uno strainer filtrate e versate il drink in un bicchiere old fashioned con ghiaccio.
Esprimete gli oli di uno zest d’arancia sul drink e lasciate cadere la scorzetta nel bicchiere.

Note sugli ingredienti :

Il Godmother è un cocktail dal sapore morbido e avvolgente, un riff sul Godfather, in cui la vodka sostituisce lo Scotch whisky, spostando l’equilibrio del drink in una combinazione più dolce che maschera un deciso tenore alcolico. È un cocktail da bere a sorsi lenti, per apprezzare le sfumature fruttate che si fanno largo nell’aroma di mandorla dell’amaretto.

Un drink a due ingredienti facile da miscelare non ha segreti, ma la chiave per la migliore preparazione di questo cocktail è la scelta dei prodotti da usare.
Senza eccedere con prodotti blasonati e troppo costosi, la selezione di una vodka di qualità, dal gusto pulito e non pungente farà brillare il cocktail. Considerando che è distillata in colonna, la vodka tende ad avere poco o nessun sapore, un palato allenato però può notare la differenza tra le diverse etichette, dalle più pesanti e oleose a quelle più morbide e dal gusto sincero, ma tutto sommato è solo una questione di preferenze personali.

È difficile dare consigli su come scegliere la vodka, per anni, i consumatori sono stati portati a credere che una vodka filtrata sei volte o distillata cinque volte fosse naturalmente superiore a una filtrata o distillata solo due o tre volte, non è sempre così e la qualità della materia prima da cui è stata distillata la vodka (cereali, patate, ecc.) è spesso importanti quanto le volte che vodka è stata filtrata. In definitiva io preferisco un distillato che viene dal grano e che porta il sapore di crosta di pane e un finale morbido e più “denso”, che porta tenore alcolico ma anche una certa rotondità al cocktail.

Allo stesso modo, la scelta dell’amaretto è sostanziale, sembra scontato a dirsi, ma la qualità è fondamentale ed è importante evitare marchi troppo cheap per non avere drink sciropposi e stucchevoli. Il ruolo dell’amaretto nel Godmother è proprio quello di dare carattere al cocktail e smussare le più forti spigolature della vodka, se si vuole preparare un drink con un gusto strutturato che abbia non solo forte sapore di mandorla e tanta dolcezza, ma anche note fruttate di ciliegia e frutta gialla matura, è il caso di guardare a brand come Disaronno, Adriatico o Lazzaroni.

Lo zest d’arancia nel drink porta ulteriore profumo con una forte componente aromatica, e nonostante per molti sia una scelta opzionale, credo che l’aggiunta di una ciliegina Fabbri intensifichi la rotondità del drink e richiami la nota fruttata del liquore.

La Storia :

La ricetta nata negli anni Ottanta, a seguito del successo della versione con Scotch whisky, trae ispirazione dalla figura delle donne che erano al fianco del padrino. Il Godmother insieme al Godfather ed al French Connection fa parte della triade dei cocktail criminali che sposano l’amaretto con un distillato.

In realtà la ricetta del godmother ha seguito l’evoluzione del modo di bere a cavallo tra la metà e la fine del ‘900, un’epoca in cui la vodka, non solo ha fatto nascere numerose ricette figlie dell’epoca disco, ma ha spopolato anche in ricette più vecchie spodestando per esempio il vecchio gin da preparazioni come il Gimlet o il Martini.

È stato un cocktail ufficiale IBA dal 1986 al 2020, con il nome indicato con le due parole separate “God Mother”, inizialmente la ricetta prevedeva porzioni più abbondanti di vodka rispetto all’amaretto, ma dalla lista del 2004 il drink venne riportato con gli ingredienti versati in parti uguali.

2003, Gary Regan : “The Joy of Mixology”

Indipendentemente dalla canonizzazione IBA, come è successo anche nella versione con whisky, la ricetta ha affinato negli anni il suo carattere troppo dolce a favore di un profilo più dry con una minore porzione di amaretto, in più a differenza delle versioni degli anni ’80 che volevano il Godmother costruito direttamente nel bicchiere e senza decorazione, oggi il cocktail si prepara stir & strain per dare la giusta diluizione e viene decorato per giocare di richiamo con l’aroma e la dolcezza dell’arancia e della ciliegia.

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