Gimlet

Un cocktail preparato solo con gin e lime cordial

Bicchiere : Coppetta

Metodo : Shake & Strain

Decorazione : Spicchio di lime (opzionale)

Ingredienti :

Preparazione :

Versare tutti gli ingredienti in uno shaker, aggiungere ghiaccio, e agitare energicamente per raggiungere il raffreddamento e la diluizione desiderati.
Quindi filtrare con lo strainer e un colino conico a maglia fine (double strain per eliminare eventuali schegge di ghiaccio) in una coppetta precedentemente raffreddata.
Decorare con uno spicchio o una rondella di lime.

Note sugli ingredienti :

Il Gimlet è un cocktail dal gusto dolce elegante e profumato, nel romanzo del 1953 The Long Goodbye, Raymond Chandler fa dire al protagonista: ” dall’ aspetto nebbioso, verde pallido e giallastro … L’ho assaggiato. Era dolce e pungente allo stesso tempo”.

Ideale per chi ama i cocktails particolarmente citrici, è solo un po ‘più dolce di un daiquiri e ha una forte persistenza del sapore del lime. Al naso presenta spiccate note di ginepro , mentre al palato si apre con acidità, seguita da morbida dolcezza.

Alcune ricette prevedono direttamente l’utilizzo di sciroppo di zucchero e succo di lime, ma questa scorciatoia trasforma la ricetta in un gin rickey più dolce, e priva il cocktail della complessità aromatica data dagli olii essenziali delle bucce dei lime che caratterizzano il cordiale.
La ricetta del Gimlet è strettamente legata al ben noto “Rose’s lime juice cordial”, e indipendentemente dalla marca, va da sè che proprio il cordiale è la chiave di questo cocktail, il modo in cui viene prodotto e le sue caratteristiche definiscono il profilo del drink.
Lo sciroppo di mais ad alto contenuto di fruttosio, gli eventuali conservanti e coloranti, utilizzati nelle versioni industriali danno sicuramente texture e appeal visivo al prodotto, ma si rischia di dare una percezione di un cordiale finto e poco naturale, perdendo il consenso di chi cerca un approccio artigianale e cerca di riportare i cocktail classici alla rispettabilità.

In definitiva un lime cordial home made sarà la scelta migliore, per creare il proprio bilanciamento tra zucchero, succo e olii essenziali, e ottenere un drink che abbia tenore alcolico, la giusta nota acida e che abbia corpo senza eccedere con gli zuccheri.
In realtà, c’è anche chi, alla ricerca del migliore equilibrio e superando lo standard dettato da una ricetta servita senza ghiaccio sulle navi, preferisce usare sia lime cordial che uno spoon di succo di lime fresco. Questa formula insieme ad una controllata diluizione, trova la migliore espressione degli ingredienti in un cocktail che risulta più brillante nella ricetta e pericolosamente bevibile, ma forse rende eclissa la preparazione di un buon cordiale fatto in casa.

Il sapore del Gimlet varia ampiamente in base al gin che si sceglie, di solito le referenze utilizzate son Plymouth oppure London Dry.
Del resto se il cordiale crea la struttura del drink, il gin ne definisce il carattere e il bouquet aromatico, e per questo motivo è importante che arrivi forte e pulito prima al naso e poi al palato del bevitore.
Si può preferire al classico Plymouth, la versione Navy Stength imbottigliata a 57 % ABV, che celebra già nel nome il duraturo contributo che la distilleria Black Friars ha dato alla marina militare britannica. Uno spirito che all’epoca serviva a dare “più coraggio” ai marinai inglesi, e che oggi è utile a dare più carattere al drink.
Tuttavia non sono da escludere le svariate etichette di gin che portano innovazione sul mercato, ad esempio un Tanqueray Rangpur può accentuare le note del lime e arricchire il cocktail con note speziate, grazie a botanicals come zenzero ed alloro.

La decorazione con solo uno zest di lime al posto dello spicchio o della rondella sul bordo della coppetta, può rendere il cocktail più elegante e aiuta l’impatto aromatico al naso.

La Storia :

Già dal 1600 John Woodall, chirurgo militare inglese della British East India Company, conosceva l’utilità degli agrumi per scongiurare la minaccia nutrizionale dello scorbuto che tormentava coloro che salpavano per mare.
Anche gli studi sulle condizioni di lavoro dei marinai di James Lind del 1747 ed il viaggio in India senza scalo, durato 23 giorni, del contrammiraglio Alan Gardner, il quale nel 1794 portò una razione giornaliera di succo di limone a bordo della Suffolk, convinsero l’Ammiragliato a raccomandare che il succo di limone (o comunque agrumi in generale) fosse distribuito regolarmente a tutti i marinai della flotta. Malgrado ciò, fu solo dopo il 1800 che questa divenne una pratica più comune, e una volta che i benefici degli agrumi divennero ampiamente noti, i marinai britannici si abituarono a consumare i “Limeys”. Il succo veniva conservato con l’aggiunta del 15% di rum per prevenirne il deperimento durante il viaggio, anche se la miscela, per quanto funzionale, era per molti sgradevole.

La leggenda vuole che il Gimlet sia stato creato a metà del XIX secolo per incoraggiare i marinai della Royal Navy a consumare le loro razioni di succo di lime per integrare vitamina C e prevenire lo scorbuto.

Il Merchant Shipping Act del 1867 rese obbligatorio per tutte le navi britanniche il trasporto di razioni di succo di lime per l’equipaggio, pare che l’espressa specifica di “lime” fu frutto delle richieste di una potente lobby di coloni inglesi coltivatori di lime.

Nello stesso anno, Lauchlan Rose, proprietario di un cantiere navale a Leith, in Scozia, brevettò un processo per conservare il succo degli agrumi con lo zucchero al posto dell’alcol, dando vita al celebre ‘Rose’s Lime Juice Cordial‘ e nel 1879 ne perfezionò la ricetta e confezionò la miscela in una bottiglia attraente. La grande utilità del prodotto, ed un sapore migliore, resero il cordiale famoso tra le compagnie di navigazione e i marinai.

Come Rose’s forniva il cordiale anche la distilleria Black Friars forniva la Royal Navy con Plymouth e la leggenda narra che mentre i marinai bevevano il “Tot” di rum, i loro ufficiali bevessero gin, aggiungendo il Rose’s lime cordial. Pare quindi che il Gimlet sia il risultato di circostanze, piuttosto che di un’abile mescolanza di ingredienti.
Gli annali della Royal Navy citano il direttore responsabile della Sanità per la Marina Britannica, da cui probabilmente prende il nome il cocktail, il contrammiraglio e chirurgo Sir Thomas Desmond Gimlette (1857-1943), che pur annullando il più “astemio” dei vantaggi del cordiale, si dice sia stato solito mescolare il gin con il lime “per aiutare la medicina a scendere”.

Vintage Hand Tool Turned Wood Wooden Handled Handle Twisted Gimlet Circa  1950s Leather Wood
un Gimlet

Ma c’è anche l’ipotesi che il cocktail prenda il nome dall’utensile (tra l’altro citato anche da H. Johnson nel suo manuale come uno strumento indispensabile), usato per “spillare” i barili di alcolici che venivano trasportati sulle navi della marina britannica, o per aprire i contenitori di succo di lime.

Agli inizi del ‘900 dai ponti delle navi il cocktail arrivò ai manuali da bar ed il primo ricettario a riportare un drink simile al “Gimlet” fu quello di Tom Bullock, “The Ideal Bartender” del 1917 , in cui compare un drink del tutto simile ma chiamato Gillette Cocktail.

Tom Bullock, “The Ideal Bartender” del 1917

La prima pubblicazione in cui si trova il nome originale del cocktail è l’edizione del 1922 di McElhone “ABC of Mixing Cocktails”. Anche l’influente Savoy Cocktail Book di Craddock otto anni dopo riprese il drink nelle stesse porzioni 50 e 50, e non solo riportò la ricetta del Gimlet , ma anche un altro cocktail non molto diverso, preparato con succo di lime e chiamato Gimblet.

H. MacElhone, “ABC of Mixing Cocktails” del 1922 e “Barlflies and Cocktails” del 1927
H. Craddock, The Savoy cocktail book, del 1930

In The Gentleman’s Companion – Vol. II Exotic Drinking Book del 1939, Charles H. Baker scrive di un “The Far Eastern Gimlet“, un cocktail per l’appunto, noto in Oriente, preparato con Dry Gin oppure Old Tom, e con una quantità di cordiale e di acqua che bilanciano il drink in maniera diversa rispetto alle ricette famose degli anni precedenti.

C. H. Baker, The Gentleman’s Companion – Vol. II Exotic Drinking Book del 1939



Nella sezione “Roll Your Own” del the Fine Art of Mixing Drinks, David Embury accosta la ricetta a quella dell’Orange Blossom e commenta: “il Gimlet è un Gin Rickey ed è fatto con zucchero, succo di lime, gin e acqua gassata. Viene servito in un bicchiere Delmonico o Sour. Viene anche servito come un cocktail, omettendo l’acqua gassata”. A differenza della versione di Baker che categoricamente sconsigliava acqua frizzante, Embury richiama a tutti gli effetti la ricetta del gin rickey, e la seppur troppo veloce parte finale, ci dà la versione in coppetta.

David Embury, the Fine Art of Mixing Drinks del 1948

All’inizio degli anni Ottanta il drink ha avuto successo grazie alla leggenda Charles Schumann, che nel 1983 mise a punto una sua versione personale del Gimlet trovando equilibrio tra gin, cordiale e succo di lime e che ancora oggi viene servito allo Schumann’s di Monaco di Baviera.
Ad eccezione della parentesi tedesca, però gli anni 80 e 90 hanno visto le peggiori interpretazioni del Gimlet in cui venivano usati solo zucchero e succo di lime, e spesso la vodka sostituiva il gin.

Charles Schumann

Sin dalla pubblicazione del ’91 “The Bartender’s Bible“, e in tutte le pubblicazioni successive, Gary “Gaz” Regan scrive una versione del “suo” Gimlet fedele agli ingredienti storici, senza l’aggiunta di succo di lime, dove il gin supera di almeno tre volte la quantità di cordial.

Allo stesso modo nel 2002 con “The Craft of the Cocktail”, confermando i gusti moderni ed utilizzando abbondante gin nella ricetta, Dale DeGroff rispetta la più classica formula a due ingredienti, ricordando di fare attenzione a sostituire il cordial con il succo fresco, perché un vero gimlet vuole il sapore della conserva di lime.

Dale DeGroff, The Craft of the Cocktail, 2002

Ho scritto questo articolo a quattro mani con una mia vecchia conoscenza, Raffaele Iovinella, attualmente bartender presso La Gineria di Santa Maria di Sala (VE) e membro del Drink Team 2020-21 di Bargiornale. Tra i vari testi per la ricerca storica e le ricette, la domanda “come prepari il Gimlet quando lo fai per te?” era lecita.
“Solo due ingredienti, senza succo di lime aggiunto, ed il cordial rigorosamente fatto in casa, magari con un blend di lime e agrumi dal succo più acido. Ai clienti lascio la scelta del gin, ma per me vado con 50 ml di Navy Strenght”.

Si ringrazia Raffaele Iovinella de La Gineria, per l’amichevole contributo.
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