Martinez

Martinez cocktail gin vermouth maraschino bitters

Bicchiere : Coppetta

Metodo : Stir & Strain

Decorazione : Zest di Arancia

Ingredienti :

  • 45 ml di Old Tom Gin
  • 45 ml di Vermouth Dolce
  • 15 ml di Maraschino
  • 2 dashes di Bogart’s Bitter

Preparazione :

Mescolate gli ingredienti in un mixing glass con ghiaccio per 15-20 secondi e filtrando il ghiaccio con uno strainer, versate il cocktail in una coppetta precedentemente ghiacciata.
Strizzate la buccia dell’arancia sulla superficie del drink per esprimere gli olii essenziali e decorate appoggiandola sul bordo del bicchiere.

Note sugli ingredienti :

Mescolati con ghiaccio, gli ingredienti di questo cocktail si fondono in una armonia di morbido ginepro , erbe aromatiche e spezie del vermouth e note di ciliegia secca del liquore al maraschino.

Il Martinez può essere un antenato del Martini cocktail, ma specialmente per palati dei bevitori dei nostri tempi, questi drink difficilmente potrebbero essere meno simili. Il vermouth dolce, caratterizza fortemente il profilo di questo cocktail, stempera il tenore alcolico del distillato di ginepro e rende il drink, dal colore miele bruciato, perfetto per qualsiasi ora della giornata.

Un Martinez come si deve è preparato con Old Tom Gin, una varietà rianimata solo di recente. Questo gin è nettamente diverso dal popolare stile secco. In generale l’Old Tom ha un sapore morbido con un intenso buquet botanico, bilanciato da una maggiore dolcezza. Eviterei di seguire il consiglio di chi dice che in mancanza di questo prodotto, che in effetti alle volte è difficile trovare, si può rimediare aggiungendo zucchero al vostro dry gin, per questo cocktail classico, vale la pena prendersi il tempo per scovare una buona bottiglia di gin Old Tom.

Se ci si vuole distaccare dalla ricetta originale, si può sperimentare con stili diversi di gin. UnLondon dry gin produrrà una drink più secco, mentre gli stili moderni possono creare un sapore agrumato o floreale più pronunciato, a seconda della etichetta.

Un cucchiaino di Maraschino serve a legare gli ingredienti e porta un sapore insieme fruttato ed astringente che enfatizza le note vanigliate del vermouth.

Sebbene nessuna bottiglia dell’era di Jerry Thomas sia mai emersa, la convinzione comune è che quella di Boker fosse una sorta di errore di ortografia di Bogart Bitters risalente ai tempi del Professor Thomas. Questo amaro molto caro al Professore, che lo ha menzionato in più di una ricetta del suo manuale, è un mix di spezie, caffè forte ed oleoso, ed erbe aromatiche.

La buccia d’arancia dà al drink una maggiore rotondità aromatica, a differenza del limone, seppur molto usato per completare il Martinez.

La Storia :

Il Martinez è una pietra miliare nella evoluzione dei cocktails, eppure la storia dell’origine di questo drink è nota soprattutto per le molteplici e famose “supposizioni“.
Miller e Brown nel loro “Viaggio di Spirito“, scrivono che verso la metà del 19° secolo il giornalista D. Brewerton riportava sull’ “Harper’s New Monthly Magazine” di un barman noto come “Long Eben” che preparava un Gin Cocktail probabilmente fatto con vermouth. Le fonti dell’epoca non supportano o smentiscono questa storia, però come riprende anche Wondrich in merito al Martinez, visto il successo del Manhattan non c’è da meravigliarsi se verso la fine dell’800 i bartenders dell’epoca si cimentavano a sostituire gin o brandy al whiskey nella famosa formula.

Il nome con buona probabilità, deriva dalla omonima città californiana, dove ancora oggi c’è una targa commemorativa posta all’angolo tra Masonic e Alhambra Ave. Secondo gli abitanti di questa località non lontana da San Francisco, il barista Julio Richelieu avrebbe servito un Martinez Special ad un minatore che entrando nel saloon ordinò “qualcosa di speciale” e voleva pagare con una manciata di pepite d’oro.
Il racconto, che dovrebbe risalire al 1874, è probabilmente più leggenda che realtà, soprattutto la targa è fuorviante con l’evidente forzatura dell’oliva che lega indebitamente la ricetta più all’iconico Martini dei nostri tempi.

La targa dedicata al cocktail nella citta di Martinez

Il Martinez alla fine del 19° secolo era a tutti gli effetti un “riff” sui famosi cocktail a con vermouth, e quel che è certo è che la prima pubblicazione conosciuta della ricetta del Martinez apparve nel libro del 1884 “The Modern Bartender’s Guide” di O.H. Byron, il quale semplicemente descrive il Martinez Cocktail come come un Manhattan, fatto con il gin al posto del whiskey.
La difficoltà nell’interpretazione di questa semplice indicazione, stava nel fatto che Byron fornì due versioni del Manhattan e nessun suggerimento ulteriore per il Martinez.
Questa ricetta non specificava quale tipo di gin dovesse essere utilizzato, ma la disponibilità del genever olandese all’epoca ed il fatto che fosse preferito al gin inglese che non aveva ancora assunto il suo trono in America, ci lasciano propendere per il distillato di ginepro più dolce.

1884 “The Modern Bartender’s Guide” di O.H. Byron

Il manuale del professor Jerry Thomas, How to Mix Drinks or The Bon-Vivant’s Companion del 1887, riporta la ricetta del Martinez preparato con solo un pony di Old Tom Gin, una parte più abbondante di vermouth dolce, Boker’s/Bogart’s bitters e maraschino.

C’è chi attribuisce a Thomas il merito di aver creato questo drink mentre lavorava all’Occidental Hotel in California per un mercante in viaggio diretto a Martinez.
Tuttavia Thomas non aveva pubblicato il Martinez nella sua edizione del manuale datata 1862, e a dire il vero a parte la pubblicazione postuma del manuale del 1887, manca anche un qualsiasi riferimento alla paternità del drink e ancora una volta ricadiamo nella supposizione.

Jerry Tomas, How to Mix Drinks or The Bon-Vivant’s Companion (1887)

Il libro del 1922 “Cocktails: How To Mix Them”, di Robert Vermier segna il cambiamento nel modo di bere, presentando un Martinez più secco rispetto alle versioni precedenti. Lo stesso vale per la versione di Harry Craddock, infatti “The Savoy Cocktail Book” conferma il vermouth Dry francese nel Martinez di inizio ‘900.

Cocktails: How To Mix Them, 1922


Pur restando fedele al vermouth dolce, anche la ricetta del Waldorf Astoria Bar Days del 1931 segue il trend di un cocktail più secco, riducendo la proporzione di vermouth per la quantità di gin servita.
– Per inciso, durante quest’epoca anche il Martini veniva lentamente reso sempre più secco-
Nel corso degli anni, si sono susseguite versioni del Martinez con l’aggiunta di curaçao, o che richiedevano il vermouth dry al posto di quello dolce, tuttavia, vale la pena notare che, a parte nella guida di Bryon, non ci sono due versioni separate per il Martinez in altri manuali; quindi la scelta dolce o dry di questa ricetta leggendaria non è mai stata scritta in modo inequivocabile. Ma la ricetta usata oggi è decisamente simile a quella di Thomas, e sta vivendo una seconda gioventù” nella sua versione più dolce forse grazie alla influenza del libro del Professore, che è ormai divenuto oggetto di culto.

Gary (Gaz) Regan in “The Joy of Mixology“, si riferisce al Martinez come “nato dal Manhattan” e precursore del Martini moderno, blindando il crossover tra Martinez e Martini, ovvero l’idea che questa variazione vecchia scuola del Manhattan abbia ispirato la ricetta a base di vermouth dry e orange bitters per poi continuare nella evoluzione molto più asciutta che conosciamo oggi.

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